La Campagna del Pomodoro 2025 è ufficialmente iniziata da circa una settimana nel Sud Italia. Un avvio segnato da buone intenzioni e grandi aspettative, ma che, almeno per il momento, si è scontrato con ostacoli istituzionali e una mancanza di unità tra i protagonisti della filiera.
Un’intesa innovativa, purtroppo sospesa
Nei primi mesi del 2025, un accordo ritenuto epocale era stato raggiunto tra la rappresentanza agricola e quella industriale aderente all’ OI Pomodoro da Industria Bacino Centro Sud Italia, con l’ANICAV in prima linea. Il documento stabiliva nuovi parametri qualitativi, valori economici migliorati e l’abolizione della tara convenzionale, un principio controverso per anni.
I punti salienti dell’accordo erano stati:
Prezzi medi di riferimento:
* 147,50 €/ton per il pomodoro tondo
– 155,00 €/ton per il pomodoro lungo
– + 42,50 €/ton per il pomodoro biologico
Nuovi criteri di valutazione:
– Introduzione di griglie qualitative più dettagliate
– Penalità e premialità legate alla presenza di corpi estranei e pomodoro verde
– Maggiore attenzione alla qualità e alla remunerazione
Obiettivo condiviso: migliorare la sostenibilità economica degli agricoltori e offrire una materia prima più qualificata all’industria conserviera.
Il mancato riconoscimento del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha smorzato l’entusiasmo iniziale per una svolta importante nella storia del comparto del pomodoro da industria.
L’intesa di base non ha ottenuto infatti il riconoscimento “erga omnes” dal Ministero nei tempi utili. Non è dunque divenuto vincolante per l’intera filiera.
Il motivo di tale stallo è che risulta ancora in fase di verifica – da parte del Ministero competente – la rappresentatività dell’Organismo Interprofessionale, con un ritardo
davvero inconcepibile vista l’importanza dell’accordo, forse dovuto anche alla mancanza di condivisione da parte delle componenti non aderenti all’OI.
Come ha spiegato Gennaro Velardo, coordinatore della parte agricola dell’OI, tra i protagonisti della stipula dell’accordo:
“Probabilmente non siamo riusciti a trasmettere ai colleghi esterni all’organismo i benefici dell’accordo. Avremmo potuto fare di più e meglio, ma quando ti siedi a un tavolo devi fare i conti con una controparte. Il nostro auspicio è che già dal prossimo anno si arrivi a un’intesa condivisa da tutti: il settore del pomodoro da industria, specie al Centro-Sud, non può essere lasciato in balìa di un mercato senza regole.”
Il ritorno all’accordo 2024
In assenza dell’erga omnes, la campagna 2025 procederà seguendo i termini dei criteri d’area del 2024. Una scelta che di fatto rappresenta un passo indietro rispetto agli avanzamenti auspicati.
In sintesi:
Prezzi medi di riferimento:
– 150,00 €/ton per il pomodoro tondo
– 160,00 €/ton per il pomodoro lungo
– Maggiorazione del 30% per il pomodoro biologico
Valutazione della materia prima:
– Restano i criteri del 2024
– Assenza di meccanismi premiali
– Presenza della “tara convenzionale” (maggiorazione di 5 kg per ogni bins)
Considerazioni finali
La Campagna Pomodoro 2025 avrebbe potuto segnare una svolta per l’agroindustria del Sud Italia. Le condizioni negoziate all’inizio dell’anno erano frutto di un dialogo costruttivo e di una visione finalmente innovativa della filiera. Tuttavia, la mancata unitarietà e la lentezza decisionale delle istituzioni hanno imposto una battuta d’arresto.
Ciononostante, la base per una futura intesa più ampia è stata posta. Il prossimo obiettivo sarà quello di coinvolgere tutte le componenti, promuovere una maggiore coesione interprofessionale e costruire una governance più efficace e rappresentativa per non sprecare l’occasione di far crescere un settore chiave per l’agricoltura italiana.