Parmesan americano in forte crescita, ma l’export italiano rischia un crollo con i nuovi dazi

La produzione negli Stati Uniti esplode grazie ai dazi Trump sull’UE e alla convenienza del prezzo, mettendo a rischio la genuinità e la competitività dei formaggi Dop italiani sul mercato statunitense.

Nel mese di maggio 2025 è balzata del 22 % la produzione di Parmesan negli Stati Uniti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e l’aumento è stato del 9% rispetto al mese di aprile secondo l’analisi dell’Osservatorio Coldiretti sugli ultimi dati Usda. Si tratta degli effetti dell’annuncio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler colpire con pesanti dazi le importazioni dall’Unione Europea. Una decisione che favorisce le produzioni italian sounding che non hanno nulla a che vedere con la realtà produttiva tricolore.  Si tratta di una concorrenza sleale che minaccia le esportazioni nazionali. Se infatti i nomi sono simili a quelli Made in Italy le caratteristiche sono profondamente differenti perché i formaggi originali devono rispettare rigidi disciplinari di produzione con regole per l’allevamento e la trasformazione e un sistema di controlli che non ha eguali.

A pesare sul mercato è pero’ la differenza di prezzo che rende le brutte copie a stelle e strisce competitive in una situazione di difficoltà economica. Con la deadline fissata al 1 agosto, L’introduzione di un dazio complessivo del 45% sul Parmigiano Reggiano (al 15% che c’è sempre stato, si aggiunge un 30%) è un danno enorme per un prodotto simbolo del Made in Italy che rischia di perdere competitività su mercati strategici come quello statunitense, primo mercato estero per la Dop. Infatti a fronte di un prezzo che, nei prossimi mesi, negli Stati Uniti potrebbe superare i 58 euro al chilo, sul mercato Usa il Parmesan del Wisconsin viene venduto al dettaglio attorno ai 24 euro al chilo. Negli ultimi dieci anni la produzione di Parmesan, romano, provolone, ricotta, mozzarella e altri similari è aumentata del 22% ed ha raggiunto nel 2024 il valore massimo di sempre di 2,73 miliardi di chili, secondo l’analisi dell’Osservatorio Coldiretti. A fare la parte del leone è la mozzarella, con 2,17 miliardi di chili, seguita dal Parmesan con 203 milioni, il provolone con 176 milioni, la ricotta 110 milioni  e il Romano con oltre 27 milioni di chili.   

Oltre la metà della produzione di simil formaggi italiani viene realizzata in California (soprattutto mozzarella) e Wisconsin, la terra del “cheese” che ha addirittura come simbolo una mucca nelle targhe automobilistiche e si è specializzato nella produzione di Parmesan. “Imporre dazi al 30% sui prodotti agroalimentari europei – e quindi italiani – sarebbe un colpo durissimo all’economia reale, alle imprese agricole che lavorano ogni giorno per portare qualità e identità nel mondo, ma anche ai consumatori americani, che verrebbero privati di prodotti autentici o costretti a pagarli molto di piu oltre ad alimentare il fenomeno dell’italian sounding”, afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nell’evidenziare l’importanza del negoziato in corso.

(Fonte: ilpuntocoldiretti.it)